ArzaMed, la startup MedTech che aiuta i medici. L’intervista al CEO Andrea Pari

ArzaMed è la startup che supporta i medici nel gestire e organizzare il proprio lavoro rendendo accessibili e disponibili le cartelle cliniche dei pazienti, le agende mediche e la fatturazione sanitaria in tempo reale e su più dispositivi.

Martedì 15 Dicembre 2020
Davide Filiaggi

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Digital Health

La scorsa settimana abbiamo avuto il piacere di intervistare Andrea Pari, CEO e Founder di ArzaMed,  la piattaforma gestionale cloud per il settore sanitario che aiuta i medici a gestire e organizzare il proprio lavoro rendendo accessibili e disponibili le cartelle cliniche dei pazienti, le agende mediche e la fatturazione sanitaria in tempo reale e su più dispositivi. Abbiamo conosciuto Andrea al WMF2020 di novembre dove ha presentato ArzaMed, selezionata tra le 40 startup partecipanti nella Sala Startup del Festival; in questa occasione abbiamo avuto modo di approfondire quello che sta realizzando insieme al suo team e l’impatto positivo che la loro soluzione può apportare nella semplificazione dei processi del settore sanitario.
Ripercorrendo il percorso di ArzaMed dalla nascita agli ultimi traguardi sono emersi spunti interessanti anche per chi sta lanciando, o vuole lanciare, una startup innovativa; da come partire per testare il proprio prodotto o servizio a come scalare e come guardare in prospettiva i futuri scenari
 
Ciao Andrea, ci spieghi cosa è ArzaMed e di cosa vi occupate?

ArzaMed è una startup innovativa, costituita nel luglio del 2018, che nasce insieme ai medici per ottimizzare i modelli organizzativi e relazionali attraverso un'applicazione cloud. La piattaforma gestisce principalmente la parte di organizzazione degli appuntamenti, degli interventi e dei ricoveri dei pazienti, consentendo la condivisione multidisciplinare delle informazioni cliniche che permette a più professionisti di prenderne visione e di contribuire ad una diagnosi più accurata.
Nel gestionale è presente anche la parte di amministrazione che si integra completamente al ciclo di gestione del paziente e di fattura digitale permettendo eventualmente anche la fatturazione elettronica.
L'ultimo aspetto è legato alla responsabilizzazione del paziente nel percorso di cure, reso possibile attraverso un sistema di audit di notifiche automatiche, che banalmente possono ricordare un appuntamento o un controllo ma poi, in utilizzi più evoluti, possono notificare la sospensione di un farmaco o la modifica di una terapia, per cui agisce anche in termini di miglioramento dell'aderenza al percorso di cura e alla somministrazione di farmaci. 

Chi può accedere a queste informazioni?

Ogni componente dell'equipe di un centro medico o di un poliambulatorio ha l'accesso profilato per mansione e per ruolo in modo tale che possa vedere e modificare solamente le informazioni che competono, per un discorso di privacy by design che tiene conto che un segretario non può vedere la patologia del paziente e magari un medico che va in poliambulatorio non deve vedere la parte di amministrazione.

La piattaforma è totalmente distribuita in cloud o avete anche dei software o app da installare lato pazienti? 

Lato piattaforma a luglio di quest'anno abbiamo migrato l'infrastruttura integralmente cloud  che ci permette di avere ancora maggiore scalabilità e maggiore sicurezza in termini di gestione della piattaforma e delle informazioni dei pazienti. 
Lato interazione con il paziente al momento è limitata al sistema di notifica automatico unidirezionale ma entro il primo trimestre del 2021 rilasceremo l'interfaccia paziente che permetterà di dialogare e interagire con i medici e con i centri clinici in modo bidirezionale, andando a sollecitare il paziente e ad accompagnarlo dalla prenotazione della visita o del controllo alla firma dell'informativa e del consenso, fino ad arrivare al caricamento di informazioni cliniche (es. ecografie) in modo tale che le informazioni arrivino all'interno dell'equipe che si prende carico del paziente ancor prima che lo stesso arrivi in sede.
Oltre a queste feature l'interfaccia del paziente avrà anche delle funzionalità che non hanno un impatto prettamente clinico ma che aiutano di molto la gestione del paziente come il caricamento di materiali, certificati e anche fatture, considerando l'avvento sempre più importante delle assicurazioni con funzioni legate ai rimborsi.

Qual è la vostra nicchia di mercato?  Vi rivolgete anche alla sanità pubblica?

La nostra nicchia di mercato, dettata anche dall'età e dalla strategia commerciale dell'azienda, è volutamente la sanità privata, rappresentata dal singolo specialista fino ad arrivare ad equipe multidisciplinari o poliambulatori con decine e centinaia di operatori. Abbiamo sviluppato  una soluzione molto scalabile dal punto di vista delle discipline e del numero di componenti dell'equipe ma attualmente siamo focalizzati alla sola sanità privata perché è quella che ci garantisce dei feedback rapidi e conseguentemente anche dei contratti. Ciò non significa che Arzamed non arriverà anche nel pubblico, anzi ci stiamo lavorando, ma questo avverrà verosimilmente alla fine del 2021 o a inizio 2022 attraverso delle funzionalità specifiche, che tengono conto di protocolli globalmente riconosciuti in modo tale che si vada ad intervenire nella sanità pubblica su delle carenze specifiche e con la possibilità che queste possano essere colmate non solamente in Italia ma anche in molti paesi del mondo che adottano protocolli conformi.

Siete partiti nel 2018, qual è stato il vostro percorso a partire dalla costituzione? Vi sono stati episodi particolari o punti di svolta per la crescita?

Se dovessi identificare tre episodi fondamentali per la crescita dell'azienda fino a questo momento posso menzionare, come primo momento chiave, sicuramente l'impostazione iniziale che abbiamo intrapreso fin dalla fase di progettazione.
Abbiamo scelto di partire con lo sviluppo della piattaforma con 20 equipe in modo tale che il prodotto nascesse già sulle specifiche esigenze degli utilizzatori, testando con dei prototipi e facendo provare il prodotto in versione beta fino a quando non fosse stato rispondente alle aspettative di queste 20 equipe. Questo ci ha permesso da un lato di uscire subito con un prodotto che rispondesse alle esigenze della nostra nicchia di clienti, dall'altro lato ci ha permesso di partire già con 19 clienti su 20 tester, perciò il primo episodio sicuramente è stato quello di nascere insieme ai medici. 
Il secondo episodio si è verificato quando, per capire come venisse utilizzato il software da parte dei medici, assistevo lì con loro durante alcune prestazioni. In uno di questi incontri, presso un deambulatorio di un terapeuta del dolore, mi sono imbattuto in un caso di una signora anziana che si era dimenticata di sospendere una terapia e che per questo motivo doveva riprogrammare  la seduta alla settimana successiva. Era accompagnata da un figlio disabile che, appresa la notizia dello spostamento, iniziò a lacrimare per il disagio e la sofferenza che avrebbe arrecato alla madre. Rimasi profondamente colpito e appena tornato convocai tutti i miei colleghi e spiegai loro che il nostro fine non era quello di fare denaro,  di creare un'azienda di successo o di una startup che avrebbe potuto scalare, la vera direzione era quella di impattare positivamente sui pazienti e aiutare le persone a soffrire meno. 
Il terzo episodio è quello del round di investimento che abbiamo fatto a febbraio dove per 100.000 euro abbiamo ceduto il 2,95 % dell'azienda. 

Siete partiti con 19 clienti, ad oggi quanti ne avete raggiunti? Quest’anno il covid come ha impattato nei vostri risultati?

Parto dall'ultima considerazione, noi siamo partiti nel primo trimestre del 2020 con una crescita del 300% rispetto al primo trimestre dell'anno precedente. Poi è arrivato il Covid che ha chiuso i centri medici privati in Italia a parte quelli che agivano in urgenza. Questo non ci ha aiutato con le previsioni e i risultati attesi ma ci ha permesso di concentrarci a pieno per strutturare meglio il prodotto e completare la migrazione che accennavo prima. Ad oggi il software service di ArzaMed è utilizzato quotidianamente da oltre 2.000 medici e operatori sanitari che sono stati in grado di processare 400.000 tra appuntamenti e ricoveri. La fedeltà dei nostri clienti è pari al 90% anche grazie alle procedure di assistenza e formazione che sono erogate totalmente da remoto.

Qual è il modello di business? Quali sono i servizi che offrite?

ArzaMed è un Software as a Service (SaaS) commercializzato con canoni annuali che si adattano al numero di utilizzatori e alle funzionalità attivate così da mantenere una politica trasparente e modulare in grado di fornire un servizio di qualità a tutte le equipe.
Vi sono 4 piani che vanno dai 25 ai 160 euro per utente al mese. Vi sono servizi come la refertazione vocale , la firma grafometrica, la parte di fatturazione elettronica, integrazioni con i calendari di Google mentre il visualizzatore dicom sarà una delle prossime release.

Siete attivi  anche all’estero?

La piattaforma nasce già per essere concepita come prodotto multilingua. Attualmente però siamo focalizzati sul mercato italiano: siamo presenti in 18 regioni e nella Svizzera italiana. Il percorso di internazionalizzazione andrà di pari passo con quello di inserimento nel mercato pubblico attraverso le specifiche di cui parlavo, basandosi sui protocolli internazionali si vanno a rimuovere quei blocchi e quelle differenze che ci sono tra sistemi sanitari di paesi diversi.

Hai menzionato alcuni prossimi sviluppi, qual è la vostra roadmap?

Da qui al 2024 ci siamo dati degli obiettivi di medio lungo termine. Nel 2021 abbiamo in programma il rilascio dell'interfaccia del paziente che è uno dei tre cardini della nostra visione: c'è il medico, il paziente e la macchina. Nel 2021 contemporaneamente abbiamo previsto il rilascio di alcune funzionalità per entrare nella sanità pubblica e di ipotizzare il percorso di internazionalizzazione. 
Nel 2022 vi sarà l'integrazione con i primi medical devices per far si che ArzaMed diventi in parte anche dispositivo medico in grado di interagire con un ecografo o con altri tipi di device e il rilascio di API pubbliche per alcune parti del software per permettere l'interazione ancora più completa con terze parti. 
Nel 2023 lavoreremo sull'interoperabilità e sul fatto che le informazioni contenute all'interno del software possano essere interscambiate secondo dei protocolli normalmente riconosciuti con software terzi. 
L'ultimo anno, il 2024 ha come obiettivo quello di fare in modo che ArzaMed abbia impattato positivamente su oltre 50 milioni di pazienti.

Com'è composto il team? Quali sono le figure chiave?

Siamo partiti fondando la società io e Alberto Ghiribaldi, quasi da subito abbiamo coinvolto Giulia Fabbri che si occupa di marketing e sales, poi è stata inserita Giovanna Bottino che ci sta aiutando sulla parte di business development e di customer care. Successivamente è entrato Luca Villa, ingegnere informatico che si occupa della parte di backend. In sede abbiamo una persona che ci aiuta per la parte di amministrazione e poi ci sono gli advisor ci stanno aiutando in giro per il mondo, tra cui Francesco Vicedomini, senior manager di DocuSign che ci dà supporto per la parte di sales, e Rana Dass, ingegnere per architettura del software che è responsabile della sicurezza informatica di BNP Paribas. Roberto Gherardini, che si occupa di finanza a Londra, ci sta aiutando per la ricerca di investitori e poi abbiamo un board scientifico attualmente composto da 14 medici, almeno uno per ogni specializzazione, e due collaborazioni scientifiche, una con Advanced Technology Research, associazione per la ricerca scientifica per la medicina del dolore, e l’altra con la clinica mobile del dott. Costa che è quella che segue i piloti del motomondiale.

Siete stati selezionati tra le startup dell’ultima edizione del Festival, come vi è sembrato? 

Ho seguito il festival e ho avuto modo di vedere qualche intervento, innanzitutto non sapevo che ci fosse Giorgio (Giorgio Taverniti, ndr) anche dietro al Web Marketing Festival. Avevo comprato due ticket perchè in azienda stiamo lavorando per dare formazione continua e le due colleghe Giulia e Giovanna hanno fatto la richiesta di partecipare al Festival perché le avrebbe aiutate per il loro lavoro. Quando ho visto che c'era Giorgio ho detto sicuramente è una cosa che merita un approfondimento. A quel punto l'azienda ha accettato e mi sono reso conto che c'era anche la possibilità anche di fare la candidatura alla Startup Competition. Siamo stati molto felici di essere stati selezionati tra le 40 startup ed è stata una bella esperienza, contiamo per la prossima edizione di arrivare tra i finalisti e anche di vincere la Startup Competition per cui attenzione! (ride, ndr)
Al di là dei contenuti formativi, alcuni di assoluta qualità,  l'aspetto che ho apprezzato maggiormente è il fatto si tratta di un evento molto umano e che tiene conto anche del contesto e non solamente del web marketing. 
 


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