Women in STEM - verso il superamento del gender gap

Dare visibilità alle professioniste nei settori tech e diffondere competenze scientifiche fra le donne costituiscono importanti strumenti per ridurre il gender gap ed abbattere consolidati pregiudizi.

Mercoledì 7 Dicembre 2022
Leonardo Galasso

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Professioni digitali Robotica

In tempi di rapida innovazione tecnologica, le competenze nelle discipline STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) acquisiscono particolare rilevanza, vista la crescente flessibilità e complessità del lavoro e il progressivo aumento della domanda di personale altamente qualificato. Secondo un rapporto ISTAT, solo un giovane su quattro in Europa ha conseguito un diploma di istruzione terziaria in queste discipline e le donne laureate in discipline STEM sono la metà rispetto agli uomini. I titoli terziari comprendono i laureati, i dottori di ricerca, i diplomati dei corsi di specializzazione, dei master di I e II livello e degli ITS (livelli 5-8 della classificazione internazionale Isced 2011).

Su 100 donne laureate, solo 16 ottengono un titolo terziario nelle competenze tecnico-scientifiche: queste continuano infatti a essere oggetto del classico stereotipo di genere, che vede le donne “poco affini” a scienza e tecnologia, nonostante una ricerca realizzata da Ipsos per Save the Children, riporta che i percorsi STEM interessano il 54% delle studentesse italiane.

Secondo i dati del ministero dell’Università diffusi nel 2021, il 22% delle ragazze iscritte all’università ha scelto un corso STEM, dato in aumento rispetto agli anni precedenti. Sono cresciute soprattutto le immatricolazioni ai corsi di informatica e tecnologie ICT, che hanno registrato un +15.74%. Nel 2020 la percentuale di donne che lavorano in ambiti tecnico-scientifici era del 15,6%, inferiore di 3 punti rispetto a quella degli uomini (18,3%) ed entrambe inferiori al dato sia maschile (21,2%) che femminile (22,1%) di tutta l’Ue.

In un’Europa dove le donne in media lavorano più degli uomini in questi settori, l’Italia resta ancorata a un divario di genere importante. Secondo i dati Eurostat infatti, a fine 2021 erano circa 74 milioni gli europei di età compresa tra i 15 e i 74 anni, occupati in settori scientifici e tecnologici, con un aumento del 3% rispetto all’anno precedente. Di questi 74 milioni, il 52% erano donne con un aumento del 4% dal 2020 al 2021 e del 26% dal 2011.

Una “italiana” tra le 50 donne della robotica mondiale

Come mostrano questi dati, negli ultimi anni la tendenza che vede gli uomini maggiormente affini agli ambiti scientifici sta iniziando ad affievolirsi, ma secondo l’organizzazione no profit Women in Robotics il cambiamento non sta avvenendo abbastanza velocemente. A partire dal 2013 infatti, la rete professionale per le donne che lavorano nella robotica - o che aspirano a farlo - Women in Robotics, pubblica la classifica delle “50 donne che bisogna conoscere nell’ambito della robotica mondiale”.

L’obiettivo è dare maggiore visibilità all’impegno delle donne - e delle persone non binarie - in campo scientifico e tecnologico, per superare la percezione inconscia che queste non stiano dando contributi significativi e creare modelli femminili visibili, che possano ispirare tutte le giovani donne interessate all’ambito STEM.

Lavora in italia una tra le 50 donne della robotica mondiale 2022: è la polacca Agnieszka Wykowska, membro del Consiglio di Amministrazione del Direttore Scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), dirige l’unità S4HRI “Social Cognition in Human-Robot Interaction”, ed è Coordinatrice del CHT (Centro per le Tecnologie Umane). Inoltre è professoressa associata di Psicologia ingegneristica presso l’Università Tecnologica svedese di Luleå, docente ospite all’Università inglese di Manchester e caporedattrice per la rivista International Journal of Social Robotics.

In particolare, all'IIT lavora con il robot umanoide iCub 3 - già presente al WMF2022 - che la professoressa Wykowska ha introdotto per la prima volta all'interno di un centro clinico riabilitativo, per testarne l'efficacia nel trattamento di bambini affetti da disturbi dello spettro autistico. Recentemente, la direttrice del S4HRI ha lavorato ad un nuovo test di Turing, ovvero un test utile a determinare la capacità di una macchina nell’esibire un comportamento intelligente.

La classifica viene pubblicata in occasione dell’Ada Lovelace Day (ALD), una celebrazione internazionale dei risultati delle donne negli ambiti STEM, ideata nel 2009 da Suw Charman-Anderson, che si tiene ogni anno il secondo martedì di ottobre. Ada Lovelace è la matematica britannica che ha collaborato con l'inventore Charles Babbage alla macchina informatica Analytical Engine. Nel 1843 Lovelace pubblicò quello che oggi chiameremmo un programma per computer per generare i numeri di Bernoulli. Mentre Babbage aveva già scritto frammenti di programmi, quello di Lovelace era il più completo, il più elaborato e il primo pubblicato.

Ancora più importante, Lovelace è stata la prima persona a prevedere il potenziale creativo dell'Analytical Engine, ipotizzando molto di più del semplice calcolo numerico, anticipando addirittura la possibilità di creare musica e arte, modulando programmazione e input specifici. La sua visione delle possibilità dell'informatica è stata illuminante e quasi profetica, ma non è stata riconosciuta per oltre un secolo.

Women Make Future

Da sempre il WMF è impegnato nella promozione di equità e inclusione nel settore tecnologico, mettendo in risalto ogni anno storie di donne brillanti che lavorano in ambito tecnologico e che contribuiscono attivamente ad innovarlo. Lo fa attraverso l’iniziativa Women in Tech, che ha coinvolto le esperienze di numerose professioniste di settore, figure femminili che grazie alla loro preparazione hanno dato un grande contributo al mondo dell’innovazione italiano e internazionale.

L’iniziativa ha coinvolto finora professioniste di successo provenienti da tutto il mondo che hanno condiviso le loro testimonianze in ambito lavorativo durante il Festival, come l’ingegnere aerospaziale Chiara Cocchiara, la giovane campionessa di drone racing, Luisa Rizzo, oltre a Francesca Rossi dell'IBM AI Ethics Global Leader, Diletta Topazio della FAO, Eleonora Tubaldi dell'University of Maryland, Maria Fossati designer di SoftHand Pro dell'Istituto Italiano di Tecnologia, Anna Grassellino (Senior Scientist a Fermilab), donna dell'anno 2020 secondo il magazine D La Repubblica, Purna Virji, Senior Content Solution Consultant di Linkedin, Roberta Russo di HP Enterprise, e Ivana Bartoletti, Director Privacy at Deloitte e Fondatrice del Women Leading in AI Network.

Il WMF vuole essere fonte di ispirazione per le nuove generazioni, presentando modelli virtuosi in un ambito che sembra quasi esclusivamente appannaggio maschile, superando l’erroneo pregiudizio che vuole le donne lontane o poco influenti nel settore STEM.

Fonti:

https://www.istat.it/it/files/2021/03/2.pdf

https://www.ansa.it/canale_scienza_tecnica/notizie/tecnologie/2022/10/20/lavora-in-italia-una-delle-50-donne-della-robotica-mondiale_116f593e-f947-41ee-ba9e-f64452b50e17.html

https://robohub.org/50-women-in-robotics-you-need-to-know-about-2022/

https://findingada.com/

https://www.womeninrobotics.org/

https://www.ilsole24ore.com/art/ragazze-e-stem-54percento-ama-scienza-ma-ancora-pensa-che-sia-poco-adatta-una-donna-AEf22MDB?refresh_ce

https://www.corrierecomunicazioni.it/lavoro-carriere/stem-in-europa-crescono-le-donne-occupate-ma-litalia-e-al-palo/


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