Bosco Moranzani: un bosco accessibile e inclusivo 

Nel comune di Mira, a pochi chilometri da Venezia, ha preso vita il bosco Moranzani, la prima area boschiva italiana creata ex novo per essere interamente accessibile a persone con ampio spettro di disabilità. Il progetto ha riqualificato un terreno di cinquemila metri quadri sottratto alla coltivazione intensiva.

Mercoledì 7 Dicembre 2022
Cristina Cambiucci

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Bosco Moranzani è il primo spazio boschivo in Italia progettato per essere fruito da parte di persone con diverse tipologie di disabilità. Il progetto nato dalla collaborazione tra Volksbank, Fondazione Emma Onlus e Etifor, B-Corp spin-off dell’Università di Padova specializzato in consulenza, progettazione, ricerca e formazione in ambito ambientale, si inserisce tra le azioni di sviluppo sostenibile proposte delle Nazioni Unite “Trasformiamo il nostro mondo: l’Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile”. Nello specifico, al punto 11 dell’agenda è indicato l’obiettivo di rendere “le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili”

Accessibilità e progettazione urbana

Molto spesso, la progettazione degli spazi urbani non contempla una visione di inclusione ed accessibilità. Al contrario, siamo abituati a pensare che le aree e strutture pubbliche possano essere adattate, successivamente alla loro costruzione, alle esigenze degli utenti con disabilità. Bosco Moranzani ha invece invertito questo processo. “Si tratta del primo caso in Italia di bosco che non è stato adattato a posteriori solo con dei sentieri per le persone con disabilità, ma che nasce fin dalla fase di progettazione esattamente per abbattere qualsiasi barriera ed essere inclusivo, commenta Ilaria Doimo, Project Manager di Etifor, B-Corp spin-off dell’Università di Padova. La fruizione inclusiva degli spazi è stato l’obiettivo primario in fase progettuale, fortemente caldeggiato dal partner del progetto Fondazione Emma Onlus, impegnata nel sostegno a famiglie in cui sono presenti disabilità. 

La scelta di uno spazio specifico è stato il primo step nel processo di progettazione inclusiva: la scelta è ricaduta su un terreno pianeggiante, in cui la presenza di una ciclovia faciliti l’accesso anche per chi proviene da Venezia. “È una foresta studiata per non avere barriere ed essere accessibile per tutti”, ha affermato Lucio Brotto, fondatore di Etifor. 

Panchine per aree di sosta attrezzate con segnaletica ad hoc e percorsi tattili come il braille, sentieri ciclopedonali, pannelli informativi facilmente accessibili sono accortezze strutturali che fanno del progetto un esempio virtuoso di urbanistica inclusiva. Il tema della progettazione di spazi senza barriere strutturali e accessibili, per la costruzione di una società davvero inclusiva è quanto mai attuale: in Italia sono infatti circa 3 milioni le persone con qualche tipo di disabilità, un numero destinato a crescere col progressivo invecchiamento della popolazione.
Per un cambiamento di prospettiva e il perseguimento della sensibilizzazione è quindi fondamentale che sul tema dell’inclusività si confrontino attivamente cittadinanza, istituzioni, associazioni e stakeholder. 

Oltre al forte messaggio di inclusione sociale, il progetto vincitore di un bando e di un cofinanziamento del Ministero della Transizione ecologica, prevede l’impianto di 5.300 alberi, donati Volksbank, tra cui tigli, querce e ciliegi, nel rispetto delle caratteristiche pedologiche e idrografiche dell’area. “Sul fronte ambientale, in particolare, verrà valorizzata la biodiversità, poiché saranno 17 le specie di alberi selezionate per il Bosco, favorendo così il raggiungimento di uno degli obiettivi della Banca, ovvero la neutralità carbonica. In 10 anni, infatti, il bosco catturerà circa 660 tonnellate di emissioni di CO2”, afferma Alberto Naef, Direttore Generale di Volksbank. 

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