Anche l’edilizia può essere sostenibile

Gran parte dell’inquinamento è riconducibile all’industria delle costruzioni. I problemi legati alla progressiva urbanizzazione sono evidenti, le soluzioni esistono, a mancare è una strategia coesa.

Martedì 13 Settembre 2022

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sostenibilità

L’ecosistema naturale terrestre funziona e prospera attraverso sistemi circolari e rigenerativi, mentre l’ambiente urbano è ancora distante da una caratterizzazione sostenibile. Come riportato dalla Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services (IPBES), dalla Rivoluzione Industriale in poi, l’impatto trasformativo che l’uomo ha avuto sulla Terra è stato così determinante che, ad oggi, il 75% delle superfici continentali, il 40% degli ambienti marini e il 50% dei corsi d’acqua risultano alterati dalle attività umane

A farne le spese è la biodiversità, ossia milioni di specie animali e vegetali, funghi e microbi con cui condividiamo la Terra, senza dimenticare l’impatto su culture, lingue e tradizioni. Eppure, anche l’uomo è parte di questo sistema: pur rappresentando solo lo 0,01% delle decine di milioni di specie viventi che abitano la Terra, gli esseri umani risultano essere la forma di vita più destabilizzante per il Pianeta.

La politologa e naturalista Valeria Barbi, ospite del WMF 2022, ci ha ricordato che noi dipendiamo totalmente dalla biodiversità e dai servizi ecosistemici che ci fornisce, come l'acqua che beviamo, l'aria che respiriamo, e i prodotti che otteniamo grazie al lavoro degli impollinatori. La buona notizia è che abbiamo il potere di cambiare le cose e, se affrontata nel modo giusto, la crisi ecologica rappresenta anche una grossa opportunità di miglioramento per tutti i settori della nostra vita economica e sociale, dalle imprese alla ricerca, dalla cultura all'innovazione.

L’industria come “pharmakon” della crisi

La crisi del clima e della biodiversità viene alimentata in buona parte dai territori edificati, l’edilizia infatti è uno tra i settori maggiormente impattanti per quanto riguarda le emissioni globali di carbonio e il consumo di risorse naturali per la produzione dei materiali: oggi il territorio edificato è causa del 37% delle emissioni globali di carbonio e del 40% della domanda globale di risorse, numeri che, considerando l’incremento della popolazione mondiale urbana nei prossimi decenni, sono destinati quasi a raddoppiare entro il 2050
Non è possibile ignorare il peso delle costruzioni sul pianeta, per questo il World Green Building Council, un network globale che riunisce oltre settanta associazioni nazionali indipendenti che operano nel settore dell'edilizia sostenibile, ha lanciato il Circularity Accelerator, un programma volto alla promozione di ambienti urbani circolari e rigenerativi.

Un sistema industriale definibile rigenerativo sostituisce il concetto di fine vita con il ripristino, verte sull'uso di energia rinnovabile, elimina l'uso di sostanze chimiche tossiche che compromettono il riutilizzo delle risorse e il loro rientro nella biosfera, mirando all'eliminazione dei rifiuti attraverso una produzione sostenibile dei materiali e del loro utilizzo. 
La progettazione, il funzionamento e la decostruzione di un edificio si considerano sostenibili nel momento in cui vengono utilizzati prodotti e servizi durevoli, realizzati con materiali provenienti da fonti sostenibili e rinnovabili, che siano riutilizzabili o riciclabili; longevità, resilienza, facile manutenzione e riparabilità sono caratteristiche imprescindibili che assieme all’analisi del ciclo di vita (LCA) e del costo del ciclo di vita (LCC) delle strutture possono avvicinare l’industria delle costruzioni agli obiettivi prefissati.

Gli obiettivi del Circularity Accelerator nei prossimi decenni

Il report del WorldGBC sarà pubblicato entro il quarto trimestre del 2022 e fornirà un protocollo d’azione comune a livello globale, mirando principalmente alla formazione e allo sviluppo di competenze utili alla progettazione di strategie sostenibili.

Il progetto pone traguardi ambiziosi in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite e dell’Accordo di Parigi. Un primo obiettivo, da raggiungere entro il 2030, è quello di ottimizzare la gestione e l’uso delle risorse naturali così da azzerare i rifiuti: bisogna avvicinarsi ad un ambiente urbano che non contribuisca all’esaurimento delle materie prime. Entro il 2050 poi, il settore edilizio dovrebbe contribuire al ripristino delle risorse e dei sistemi naturali, nel contesto di un’economia circolare in grado di produrre anche benefici socio-economici.

È necessario un cambiamento sistemico e una collaborazione serrata tra realtà locali e globali per favorire la transizione verso un’economia circolare: come sottolineato dal WorldGBC, oltre un terzo dei materiali prodotti nel mondo sono utilizzati dall’edilizia, ma meno del 9% di questi rientrano in cicli produttivi circolari. La natura è essenzialmente sostenibile, l’ambiente urbano e l’industria in generale hanno il dovere di riavvicinarsi a un sistema fluido, collaborativo e reciclico al fine di restaurare un ecosistema sano e prospero per tutti i suoi abitanti.

Fonti:

https://www.worldgbc.org/ 

https://worldgbc.org/circularity-accelerator 

https://www.youtube.com/watch?v=25-b50i4CdQ 

https://www.ubs.com/global/en/sustainability-impact/2022/sustainability-impact-natural-capital.html?campID=SEM-G_IT_SOCIETY2022_EN-IT-ENG-GOOGLE-TOPIC5NATURALCAPITAL-BIODIVERSITY-PHRASE&ef_id=CjwKCAjw3qGYBhBSEiwAcnTRLun6SKBSR60Frd5RUTnFPYdExG8I5ocY_skSRyAXXTEvWxh32pouexoCXx4QAvD_BwE:G:s&s_kwcid=AL!430!3!616972004281!p!!g!!biodiversity!18075899644!140636851336


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