Regolamentare l’Intelligenza Artificiale: l’impegno di Search On e WMF

Search On Media Group, azienda esperta nel settore digitale e organizzatrice del WMF, nel marzo 2022 ha partecipato alle audizioni alla Camera dei Deputati sulla proposta di Regolamento Europeo sull’Intelligenza Artificiale.

La nascita di un dibattito pubblico diffuso sul tema dell’AI ha reso necessaria la produzione di un regolamento condiviso a livello europeo, necessario per dare impulso allo sviluppo dell’ecosistema startup e AI europeo, per renderlo competitivo sul piano globale, ma saldo sui principi della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo.

Giovedì 9 Febbraio 2023
Cristina Cambiucci

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intelligenza artificiale

Dal 2016, Search On e WMF - We Make Future si occupano di monitorare i progressi nel campo dell’AI e del suo utilizzo in frangenti che riguardano la nostra vita quotidiana e, al tempo stesso, diffondono cultura e si propongono come spazi e piattaforme di dibattito e regolamentazione sull’argomento. L’intento è quello di mettersi a disposizione della società, creando un ponte di comunicazione tra istituzioni, imprese e cittadini. 
Search On, nella persona di Marco Quadrella - COO della Business Unit Consulting - ha riportato nel 2022 alla Camera dei Deputati le opinioni emerse dal dialogo con diversi partner appartenenti al settore del digitale tra cui Intel, IBM, Ipsos, che compongono l’ecosistema di innovazione del Festival, in merito alla proposta di regolamento europeo in tema di Intelligenza Artificiale. Ad oggi il dialogo sul tema dell’AI applicata in molteplici settori della nostra vita è quanto mai aperto e diffuso e l’attenzione si sta spostando su tematiche di tipo sia economico che etico.
Gli obiettivi della proposta di regolamento europeo sono da un lato stimolare gli investimenti nel settore dell’Intelligenza Artificiale e dall’altro garantire il rispetto dei diritti dei cittadini, al fine di rendere l’Europa l’hub globale dell’AI. Da questo punto di partenza Search On ha però valutato negativamente la volontà di accorpare nel medesimo regolamento l’intenzione di salvaguardare i diritti dei cittadini con l’intenzione di stimolare la competitività europea nel mercato globale dell’Intelligenza Artificiale, trovando punti di interesse su cui sono state avanzate proposte di riflessioni più approfondite. 

Regolamentazione europea: le conseguenze per PMI e Startup

Il primo punto riguarda il potenziale aggravio di costi per i player più piccoli nel campo dell’intelligenza artificiale. L’intelligenza artificiale di per sé avvantaggia i player con grande potenza di calcolo, grandi quantità di dati da cui attingere e maggiore libertà negli approcci nella risoluzione dei problemi. Ad ogni barriera normativa potrebbero quindi corrispondere degli aumenti di costi per le aziende di minori dimensioni che avranno più difficoltà ad approdare nel mercato, favorendo l’inserimento di organizzazioni extraeuropee non vincolate a determinati requisiti e che avranno possibilità, in un secondo momento i costi per adeguarsi alla normativa europea. Costi che PMI e Startup europee, nonostante il meccanismo di sandbox, potrebbero vedersi costretti a fronteggiare, mettendoli in una posizione di svantaggio competitivo rispetto a progetti provenienti da fuori l’Unione. Nonostante l’apporto degli articoli 53 e 55, che definiscono normative a supporto di realtà che desiderano innovare nel campo dell’AI, il rischio principale è di promuovere la creazione di un’area a bassissima regolamentazione finché i progetti o le aziende non raggiungono un determinato limite di fatturato o di utenti raggiunti. Durante l’intervento vengono poi chiesto puntualizzate alcune terminologie utilizzate in maniera impropria o scorretta nella versione italiana della legge. È il caso del termine accuratezza, che viene utilizzato in riferimento agli algoritmi di intelligenza artificiale senza essere però un buon parametro per misurarne la percentuale di errore. Nell’AI si sono infatti sviluppate metriche specifiche, per cui viene espressa la richiesta di minor richiami a determinate parole, portando invece l’attenzione su temi quali la sicurezza della scelta e l’affidabilità dell’applicazione nel risolvere il problema prefissato, lasciando poi la decisione dell’utilizzo delle metriche a chi progetta e deve dimostrare la bontà dell’algoritmo. 

AI e profilazione degli utenti

L’ultimo punto portato in analisi tocca invece un aspetto più di tipo etico e strettamente riferito all’intelligenza artificiale da parte dei cittadini. Sono le intelligenze artificiali che decidono quali contenuti vediamo sui social network, quali canzoni vengono riprodotte sulle piattaforme di streaming, quali video mostrarci a seguito di ciò che stiamo già guardando e seleziona i contenuti pubblicitari a cui esporci. Il potere decisionale delle intelligenze artificiali sui contenuti che ci vengono forniti ha molteplici implicazioni. Possiamo, ad esempio, lasciare fruire i minori per più ore a settimana di contenuti selezionati da un’intelligenza artificiale, senza conoscere le implicazioni a medio-lungo termine di queste esposizioni? Non sappiamo infatti se queste intelligenze artificiali che tendono a massimizzare il tempo di permanenza di giovani utenti sulle piattaforme possano portare ad una polarizzazione delle opinioni dei ragazzi rispetto a determinati temi, oppure possano proporre in maniera inconsapevole modelli dannosi per lo sviluppo della loro psiche. è infatti necessario tenere a mente che non sono del tutto chiare le logiche secondo cui si muovono gli algoritmi delle piattaforme. 

Le conseguenze della Filter Bubble

La capacità di profilazione degli algoritmi nei confronti degli utenti crea la condizione secondo cui l’interazione con specifici contenuti, argomenti o tematiche vengano reiterate nel tempo. Se questo da un lato garantisce all’utente una fruizione ottimizzata sulla base di gusti, interessi ed abitudini di consumo, dall’altro il rischio è di finire in quella che in sociologia viene definita una Filter Bubble. Nel 2010, l’attivista della Rete Eli Pariser definisce filter bubble l’ecosistema personalizzato dell’informazione creato dagli algoritmi”.Questo comporta una fruizione di contenuti ed informazioni molto circoscritta sulla base della scelta dell’algoritmo che muove le piattaforme online con cui interagiamo. Come anticipato, la profilazione dell’utente avviene anche per contenuti che promuovono l’acquisto di beni e prodotti, travalicando il concetto di fruizione classica della pubblicità o la fruizione di contenuti di solo intrattenimento. La proposta di regolamentazione della norma è chiaro, in particolare nell’articolo 5, che proibisce l’impiego di intelligenze artificiali che utilizzano tecniche subliminali per modificarne il comportamento degli utenti. 


Attualmente, il tema dell’Intelligenza Artificiale, dei suoi utilizzi e delle sue sfaccettature è emerso in maniera massiva e richiede approfondimenti e la diffusione di cultura e consapevolezza in merito. Sono ancora molti i contorti da definire, partendo da un vero e proprio lessico con cui riferirsi a queste tecnologie fino a comprenderne pienamente le potenzialità ed i rischi che possono apportare nella società e nella vita dei singoli utenti che ne fanno uso. Per questa ragione, al WMF 2023 è in programma l’
AI Global Summit, l’evento verticale sul tema dell’Intelligenza Artificiale che riunirà a Rimini player del settore, stakeholder, rappresentanti istituzionali e cercherà di fare il punto sul tema aprendo ad un dialogo condiviso e partecipato.

Fonti:
https://www.youtube.com/watch?v=0sp0P7oviGA


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