Da sempre le marche hanno un ruolo importante nella nostra vita. Oggi più che mai, i brand hanno guadagnato il diritto di affiancarsi, se non in molti casi a sostituirsi, ai soggetti, alle istituzioni che in passato formavano e guidavano il valore e il senso etico della società.
In un contesto generale sempre più affollato di temi ed argomenti “divisivi”, dai diritti LGBT alle tematiche ambientali, dalle derive negative e “totalitarie” nell’uso dei social media alla gender equality, ecco che molti brand decidono di non limitarsi al racconto di cosa, quali prodotti o servizi, offrono, ma su questi temi prendono letteralmente posizione, compiendo scelte di marketing a volte divisive, ma capaci di aggregare tutte quelle persone che in quei valori si riconoscono.
Ecco che quindi il racconto di marca diventa oggi un racconto di purpose, di posizione, di scelta. Un racconto “comunitario” o “micro-comunitario” identificante, in cui la marca diventa a tutti gli effetti un player politico, sociale, culturale.