Innovacarbon: la startup a servizio dell'ambiente. L'intervista

Finalista della Startup Competition 2019, Innovacarbon propone un innovativo filtro per la depurazione delle acque, economico ed efficace. La nostra intervista a Laura Lamonica della startup, responsabile marketing e comunicazione.

Mercoledì 11 Marzo 2020
Simone Di Sabatino

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sostenibilità

Innovacarbon è stata tra le finaliste della Startup Competition del WMF19. Si occupa di depurazione delle acque con un metodo innovativo che mira alla salvaguardia del pianeta, in ottica ecosostenibile. Dopo qualche mese dalla loro partecipazione al Festival abbiamo incontrato nuovamente Laura Lamonica.

Ciao Laura, è un piacere ritrovarti. Allora come procede Innovacarbon a poco meno di un anno dalla partecipazione alla Startup Competition del WMF?
Contestualmente all’edizione del 2019 abbiamo allargato la nostra rete di conoscenze e contatti e tra questi siamo stati contattati, tra giugno e luglio dello scorso anno, da Back to Work, anche loro presenti alla Startup Competition. Lì è iniziato un rapporto che perdura ancora oggi e proprio i primi di aprile lanceremo una campagna di crowdfunding per la realizzazione del prototipo.  Successivamente alla fase di raccolta fondi e creazione del prodotto 0, speriamo di entrare sul mercato entro la fine del 2020. Dunque la presenza al WMF è stata congeniale per il nostro sviluppo, oltre a essere stata una bellissima esperienza anche perché, cosa ormai nota, il Festival ha risonanza a livello mondiale con i suoi focus su innovazione tecnologica, digitale e sociale.

Siete dunque in fase di lancio?
Sì, siamo praticamente in fase di lancio contando che abbiamo appena compiuto un anno dalla costituzione.

Per chi non conosce Innovacarbon, ci puoi spiegare meglio di cosa si occupa la vostra Startup?
Innovacarbon produce materiale adsorbente a base di nanotubi di carbonio per filtrare e depurare le acque da molteplici sostanze inquinanti. I nanotubi di carbonio in campo ambientale sono di difficile impiego poiché esiste un problema di applicazione chiamato “drag-flow” o “trascinamento”: presentandosi sotto forma di polveri, durante il passaggio delle acque inquinate, i nanotubi di carbonio verrebbero trascinati e dispersi. Noi siamo riusciti a superare questo problema depositando i nanotubi su materiale inerte, quindi bloccando queste polveri su dei supporti. La fase di ricerca e sviluppo è iniziata nel 2012 e con i numerosi test effettuati possiamo dimostrare che non esiste alcuna dispersione di materiale in acqua. Inoltre, a differenza dei tradizionali metodi di abbattimento degli inquinanti, cioè quelli a base di carbonio come i carboni attivi oppure i classici trattamenti a membrana, il materiale adsorbente può essere recuperato e rigenerato con costi bassissimi rispetto ai nostri competitor, e oltretutto riusciamo anche a recuperare la sostanza inquinante. Prendiamo ad esempio i coloranti tessili: collaboreremo con aziende tessili proprio perché riusciamo a recuperare i coloranti in modo che poi i nostri clienti possano reintrodurli nel processo produttivo. In tal modo rientriamo anche nella green e circular economy. Non abbiamo rifiuti e abbiamo recupero.

Da dove è nata l’idea per Innovacarbon?
Tutti noi abbiamo una formazione ingegneristica, ci siamo conosciuti in ambito universitario e abbiamo deciso di intraprendere questo percorso insieme, studiandolo in ogni suo aspetto. Ciascuno di noi con il proprio indirizzo: il CEO è Dottore in Ingegneria Chimica con esperienze accademiche in territorio nazionale e internazionale, il resto del team spazia dall’ingegneria ambientale, all’ingegneria edile-architettura fino all’ingegneria gestionale. In questa fase iniziale siamo un team di 4 persone.

Quali sono, ad oggi, i vostri obiettivi nel medio termine, oltre a quello di entrare nel mercato?
Il mercato della depurazione delle acque è molto ampio ed essendo la rinnovabilità di questa risorsa un tema molto attuale, di conseguenza è sempre aperto alle nuove tecnologie. Sicuramente una volta penetrati nel mercato il nostro obiettivo è quello di attrarre più clienti possibili e riuscire, compatibilmente con la crescita dell’azienda, ad entrare in mercati anche differenti grazie alla versatilità del nostro prodotto.

Competitor e concorrenza vi spaventano? Qual è la vostra arma in più?
Sicuramente la nostra arma in più è il recupero della sostanza inquinante. Ad oggi non esistono tecnologie che, nonostante possano essere rigenerate a costi molto elevati, siano in grado di recuperare gli inquinanti in sicurezza. Abbiamo un impatto economico e ambientale diverso rispetto ai nostri competitor: economicità del prodotto, zero rifiuti, riutilizzo del materiale adsorbente e adsorbito.
Riusciamo ad abbattere, grazie a questo innovativo materiale, inquinanti come oli esausti, idrocarburi, polifenoli, coloranti industriali, diserbanti, pesticidi, fitofarmaci, tensioattivi e altri.
In aggiunta, per alcuni dei nostri competitor la sicurezza dell’operatore è messa a rischio mentre l’utilizzo del nostro prodotto non implica alcun contatto con le sostanze inquinante, lavoriamo in piena sicurezza operativa.

Il tema della sostenibilità e dell’ambiente è sempre più dibattuto. Come prevedi che cambierà il vostro settore nei prossimi 3-5 anni?
È un po’ difficile prevedere l’evoluzione del mercato nei prossimi anni. La nostra sfida sarà proprio quella di introdurre questo materiale in campo ambientale. Attualmente sul mercato e nel campo della depurazione delle acque, non esiste nulla di così innovativo. Abbiamo depositato dei brevetti e ci auguriamo che la nostra novità possa dare una sorta di spinta all’intero mercato in un’ottica di green and circular economy.

Passiamo ora a qualche domanda sulla Startup Competition del Festival. Come ne siete venuti a conoscenza lo scorso anno?
Da molteplici canali. Sponsorizzazioni, visto che abbiamo partecipato a più competizioni, via social e da raccomandazioni dirette. Tra passaparola e social siamo venuti a conoscenza dell’evento e abbiamo deciso di partecipare.

Che impressione avete avuto calcando il palco del Web Marketing Festival?
È stata una delle nostre prime competition, di sicuro molto emozionante. Oltre all’onore di essere stati tra i finalisti della Startup Competition, siamo anche stati premiati da Amazon Web Services e RDS, abbiamo inoltre avuto frequenti contatti con la Fondazione Giordano dell’Amore, terminando con loro proprio di recente un percorso di accelerazione. È stata una esperienza totalmente positiva, sotto tutti i punti di vista: relazioni, contatti e anche per iniziare ad avere un prototipo da cui poter partire.

Qualche ricordo particolare che vuoi condividere con noi?
Ci ha molto colpito l’attenzione per la robotica, per le nuove tecnologie, la partecipazione è stata di forte impatto. Per quanto riguarda la Startup Competition, trovarsi davanti a 5mila persone è stata un’esperienza elettrizzante e che di sicuro non capita tutti i giorni.

Cosa diresti a qualcuno che ha un’idea innovativa da sviluppare?
Di crederci e portarla fino in fondo. Ci saranno momenti difficili e anche molte soddisfazioni. Se l’idea è innovativa, vale la pena provarci e mettersi in gioco.


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