È complesso strutturare un discorso sulla disabilità, a partire dalla sua definizione e dall’analisi di dati troppo settoriali, pubblicati in formati difficilmente accessibili oppure diffusi su più piattaforme. Da queste riflessioni nasce il progetto di Disabled Data che ha sviluppato una piattaforma digitale assieme alla Fondazione FightTheStroke e progettata da Sheldon.studio con il supporto di onData, con l’obiettivo di rendere accessibili i dati relativi alla comunità di persone con disabilità.
Come si legge sul sito del progetto “Poter disporre di dati aggiornati, accurati e fruibili, permetterebbe di inquadrare meglio il fenomeno, aprendo nuove possibilità e prospettive per ripensare le politiche, i prodotti e i servizi, le strade, i quartieri, le città, e immaginare una società più equa e inclusiva. Ma prima bisogna riconoscere e oltrepassare i numerosi ostacoli che limitano l’accesso e l'uso dei dati sulle persone con disabilità e sulle loro condizioni di vita”. La dashboard di Disabled Data è al suo primo rilascio, la versione definitiva dovrebbe arrivare entro il 3 dicembre 2022, la Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità.
La più recente definizione di disabilità della Convenzione delle Nazioni Unite (ONU) del 2006, sposta l’attenzione dalle caratteristiche individuali a quelle ambientali, indicando “coloro che presentano durature menomazioni fisiche, mentali, intellettive o sensoriali che in interazione con barriere di diversa natura possono ostacolare la loro piena ed effettiva partecipazione nella società su base di uguaglianza con gli altri.”
Uguaglianza, rimozione delle barriere, accessibilità nel senso più ampio del termine, sono le istanze che l’ONU trasmette a tutti gli Stati. Sulla stessa linea si muove l’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, attraverso l’ICF, la Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute che include nelle condizioni di disabilità non solo la questione fisica ma anche la possibilità di partecipare attivamente alla vita sociale.
Seguendo questa visione è facile rendersi conto di quanto sia prossima la condizione di disabilità, allo stesso tempo di quanto sia difficile quantificare e definire le persone che rientrano in questa definizione. Basti pensare alle condizioni temporanee di disabilità, causate da un incidente, una malattia, dall'avanzare dell'età o da un evento che limita e ridefinisce la quotidianità, come ha espresso magistralmente Gabriele d’Annunzio nel suo Notturno. È importante avere visione degli ostacoli che incontra chiunque viva una forma di disabilità, le preclusioni alle pari opportunità, il rischio di esclusione e di marginalità.
Riconoscere le disabilità agevola tutti coloro che sono impossibilitati a svolgere attività semplici, come la lettura e la scrittura, permettendo lo sviluppo di soluzioni personalizzate. Google si sta muovendo bene in questo senso, implementando nuove funzionalità per rendere l’apprendimento maggiormente accessibile. Google for Education vuole supportare le esigenze di tutti gli studenti con disabilità, compresi quelli con disabilità di apprendimento specifiche, sviluppando soluzioni e strumenti inclusivi, in modo che tutti possano imparare individualmente e in gruppo.
I sottotitoli sono uno degli strumenti utili che l’azienda statunitense sta implementando in molti dei suoi prodotti, per favorire la comunicazione dei non udenti, ma anche per facilitare le attività di chiunque studi o lavori in una stanza rumorosa. I sottotitoli sono disponibili per Google Meet in sei lingue, per i video su YouTube, Google Drive e Chrome. Per gli utenti Android, i sottotitoli sono disponibili anche tramite Live Transcribe.
Google sta sviluppando soluzioni utili ad una maggiore personalizzazione delle impostazioni di accessibilità in Documenti, Fogli, Presentazioni e Disegni Google, in modo che gli utenti possano utilizzare le impostazioni di accessibilità per ciascun prodotto individualmente. Ad esempio lo screen reader e il supporto braille saranno implementati in un'unica impostazione, attivabile attraverso un'unica casella di controllo. Saranno migliorate anche la digitazione vocale in Google Documenti, quella per le note del relatore e i sottotitoli in Presentazioni Google, e saranno aggiunte la punteggiatura automatica e la possibilità di accedere da tutti i browser.
Per le persone non vedenti o ipovedenti che usano lo screen readers, è possibile digitare una scorciatoia da tastiera (ALT + numero, 1-7) che verbalizzi il contenuto di un evento di Calendar. In questo modo, i dettagli del calendario possono essere ascoltati su richiesta, invece che attraverso una lunga navigazione.
Una visione delle condizioni di vita delle persone con disabilità in Italia è ben espressa nel volume dell’ISTAT Conoscere il mondo della disabilità, secondo cui nel 2019 il 5,2% della popolazione (3 milioni e 150 mila persone) rientrava nella definizione di disabilità. Queste oltre tre milioni di persone sono state individuate utilizzando il Global activity limitation indicator (Gali), che rileva tutti coloro che vivono limitazioni nello svolgimento di attività abituali e ordinarie, principalmente donne o persone anziane. A livello geografico, i dati delle isole e del Centro Italia riportano il maggior numero di persone con disabilità, di queste il 22% supera i settantacinque anni e riporta difficoltà in attività quotidiane.
Le maggiori differenze tra persone con disabilità e il resto della popolazione si riscontrano nell’utilizzo dei mezzi pubblici urbani (14.4% vs 25.5%), nella violenza fisica o sessuale (il 32% nella popolazione femminile a fronte del 37% per le donne con limitazioni gravi), nel benessere economico (il reddito annuo medio per i disabili è di 17.476 euro, inferiore del 7,8% a quello nazionale), nell’occupazione (nel 2019, delle persone tra i 15 e i 64 anni, risulta occupato solo il 32,2% di coloro che soffrono di limitazioni gravi contro il 59,8% delle persone senza limitazioni).
La qualità della vita risulta essere nettamente inferiore per le persone con disabilità, difatti il 28,7% delle famiglie con persone disabili è in condizioni di deprivazione materiale mentre il dato medio nazionale è il 18%. La definizione adottata dall'ISTAT per “deprivazione” indica la capacità di spesa e si riferisce alla possibilità di riscaldare adeguatamente l’abitazione, di affrontare una spesa imprevista di 800 euro, di consumare un pasto adeguato almeno una volta ogni due giorni, di potersi concedere una settimana di vacanza.
Per quanto riguarda la partecipazione scolastica, gli alunni con disabilità sono in crescita, ma la disponibilità di assistenti specializzati non è sempre sufficiente e oscilla da regione a regione. Un altro dato significativo riguarda le barriere architettoniche: solamente una scuola su tre risulta accessibile per gli alunni con disabilità motoria.
Spesso ci si dimentica di quanto ognuno di noi potrebbe un giorno trovarsi in condizioni di disabilità, semplicemente per il progredire dell’età, oppure per l’incursione di una disabilità invisibile (si pensi alle patologie oncologiche, che presuppongono difficoltà nell’ottenere mutui e assicurazioni anche a seguito di guarigione o remissione) o temporanea, quando incidenti o infortuni possono metterci in condizioni limitate per un determinato periodo e quindi nella necessità di adattamenti al contesto di vita, di sostegni, di supporti.
In ogni sua forma, la condizione di disabilità può essere mitigata grazie alle rinnovate possibilità offerte dall’innovazione digitale. Spazi relazionali inclusivi, nuove opportunità lavorative, migliori opportunità di apprendimento, comunicazione e collaborazione: innovazione digitale significa innovazione sociale.
https://www.istat.it/it/archivio/236301
https://blog.google/outreach-initiatives/education/ndeam-2022/
https://www.ilsole24ore.com/art/disabilita-piattaforma-digitale-liberare-dati-AEmvKVAC