È vero che siamo malati di "appellismo"? Che quando siamo dietro ad uno schermo, costretti a casa, quasi annoiati, un'istanza vale l'altra, purché ci si possa esprimere su qualcosa? Dal Messico all'India, dalla Francia agli Stati Uniti, dalla Russia all'Italia, sono milioni le persone che in questo periodo rischiano di rimanere emarginate. E sono milioni le persone che stanno trovando voci simili alle proprie, che si amplificano a vicenda, su Change.org - la più grande piattaforma di attivismo in Italia e nel mondo. E proprio quando, tra un clic e l'altro, qualcuno crede che firmare sia un gioco, un Ministro si trova costretto a rispondere a te e agli altri 100mila che hanno firmato con te, e una grossa azienda che aveva ambiguamente richiesto accesso a fondi destinati a imprese più bisognose, si ritrova a risponderne davanti all'opinione pubblica. In un momento in cui il mondo digitale è uno dei pochi a rimanere aperti (non senza affanno), le persone non si arrendono e si mobilitano in rete, per costruire un nuovo futuro, cambiamento dopo cambiamento.